Il nuovo Parco Verde di GREAT Campus, di cui si sta concludendo la realizzazione del primo lotto di 30.000 mq, sarà destinato a diventare la più grande area verde del ponente genovese. Il Parco è stato concepito senza recinzioni, per garantirne la continua accessibilità, con grandi spazi liberi a prato calpestabile (oltre 24.500 mq di tappeti erbosi già nel primo lotto), alberi ad alto fusto e piante disposti lungo i vialetti e i percorsi. Per consentire la migliore insolazione durante il periodo invernale e creare zone d’ombra in estate, sono stati scelti alberi a foglia caduca: platani, ciliegi, pruni. Ogni albero è certificato grazie a un chip che contiene la “carta di identità” della pianta.
A delimitare l’area cani, 327 piante di eleagno, un arbusto sempreverde che crea una siepe molto fitta: una barriera naturale per gli animali. Oltre 1.600 piante erbacee ornamentali (lavanda, rosmarino, santolina) formano invece il perimetro dello spazio dedicato ai giochi per i bambini.
Ma quali sono stati i criteri per la scelta delle specie e della disposizione delle piante che creano il parco? Abbiamo chiesto all’architetto Ettore Zauli, che si è occupato della progettazione dell’area verde, di rispondere alle molte curiosità che circondano il parco.
“La scelta delle specie arboree ed arbustive già messe a dimora e di quelle ancora da piantare nel parco degli Erzelli è frutto di uno studio non solo estetico del futuro parco ma anche delle condizioni climatiche, di esposizione e di suolo dell’area di intervento. Diverse erano le esigenze, tra cui quella di creare una area verde con grandi spazi liberi sui quali fosse possibile organizzare manifestazioni di grande rilevanza con la partecipazione di un pubblico molto numeroso. Tali spazi non esistono a Genova se non su grandi piazzali asfaltati come ad esempio Piazzale Kennedy. E’ questa la ragione delle estese superfici prative che costituiscono un elemento essenziale dei parchi pubblici di tante altre città.
Il parco attuale costituisce solo una parte del parco definitivo, in quanto lo stesso dovrà estendersi ancora in diverse direzioni: in particolare verso sud dove è prevista la realizzazione di un lago artificiale e verso nord, dove il parco dovrà raccordarsi all’area verde del Monte Guano costituita essenzialmente da piante appartenenti al tipo forestale dell’orno-ostrieto (carpino nero e orniello con la presenza roverelle, castagni e poche altre specie prevalentemente caducifoglie). Creare un giardino stile parchi di Nervi o Villa Hanbury in un contesto simile sarebbe stato assolutamente fuori luogo dal punto di vista paesaggistico e soprattutto inidoneo dal punto di vista ambientale ed agronomico. Gli Erzelli giacciono su un altipiano aperto ai venti sui quattro lati e tali venti sono particolarmente presenti nel periodo invernale. Pensare in tale situazione di costruire un giardino mediterraneo con palme, pini domestici, ulivi, carrubi, oleandri, yucche, pittospori, lentischi, agavi o simili significava andare incontro ad un sicuro insuccesso, con piante che avrebbero presentato difficoltà di attecchimento, avrebbero radicato e sarebbero cresciute stentatamente assumendo con gli anni una conformazione asimmetrica se non addirittura a bandiera, a causa della azione dei venti sulle chiome per 12 mesi all’anno, ma soprattutto nel periodo invernale.
I platani messi a dimora nel parco sono piante eccezionali per dimensioni e qualità di coltivazione. Il loro inserimento, così come l’inserimento dell’altra vegetazione, nella zona è stato attentamente valutato sia dai progettisti che dai tecnici del Comune e sono il frutto di incontri, riunioni e sopralluoghi che hanno coinvolto tutte le parti in causa. I platani che costituiscono l’ossatura arborea principale del parco sono piante resistenti alle malattie e sono alberi a rapida crescita in grado di garantire entro pochi anni una copertura verde ottimale. Dalla primavera all’autunno forniranno ombra su di una ampia superficie mentre durante l’inverno lasceranno passare una grande quantità luce permettendo di stazionare in tutte le zone del parco anche nella stagione meno favorevole.
Un’ ultima considerazione: il parco è pressoché ultimato ma come tutti i nuovi parchi necessita di un periodo di assestamento per consentire l’attecchimento delle piante arboree, degli arbusti, delle piante erbacee perenni e del tappeto erboso. Saranno probabilmente necessari interventi di rifinitura che saranno eseguiti nel modo più opportuno tenendo anche conto del comportamento della vegetazione appena messa a dimora.”