Il Secolo XIX – pag.35 , 19/06/2019
I viaggiatori del tempo esistono. Sono acuti, a stento trattengono l’entusiasmo e, riposti crackers e succhi di frutta, si lanciano a risolvere enigmi, conducendo
un robot tondo e luminoso, sulle vie tortuose di un foglio di quaderno. Obiettivo di questi progettisti di quarta e quinta elementare è disegnare nel vecchio quartiere, una smart road tassello della smart city, via intelligente che permette ai mezzi che la percorrono, essere in contatto e informati su traffico, parcheggi, emergenze. Attorno, si staglia appunto la smart city, città del futura tutta wifi, mezzi elettrici, o ibridi nel nome dell’energia pulita. Sono, quei giovani ingegneri, i bambini dell’istituto comprensivo di Genova “San Giovanni Battista Sestri Ponente” che da qualche mese, la sera a tavola ai genitori hanno qualcosa da insegnare:
come programmare Ozobot, un meccanismo mobile reale esempio di “coding” ovvero di come vanno impartite istruzioni precise a un sistema perché questo si comporti adeguatamente alle richieste.